by Diego Barucco

La ripresa fotografica digitale
Oggi, grazie alla sempre crescente evoluzione tecnologica, gli astrofili sono in grado di raggiungere livelli qualitativi, nella fotografia di nebulose planetarie, prima impensabili. Anche con strumenti amatoriali di basso costo siamo in grado di poter affrontare una ricerca d'alto livello che, a lungo andare, può dare i suoi frutti.
La ripresa amatoriale di nebulose planetarie è un tipo di tecnica intermedia fra la ripresa planetaria e la ripresa di oggetti del profondo cielo, poichè nel momento pratico in cui andiamo ad affrontare questo aspetto, dobbiamo sia considerare le dimensioni che per la maggiorparte delle planetarie sono inferiori ai 15"-20", sia il fatto che si tratta di nebulose le quali hanno luminosità inferiore rispetto ai pianeti; per cui ci possiamo trovare a competere con una serie di svariati problemi. L'incoveniente delle dimensioni ci porta, oltre a dover spingere maggiormente la focale dello strumento, anche a fare i conti con l'inconveniente del seeing che a questi ingrandimenti è molto deleterio; inoltre, trattandosi di oggetti deboli che hanno bisogno di tempi lungi di esposizione, questo diventa uno dei fattori principali da considerare.

In questa nostra breve trattazione introduttiva noi ci occuperemo della ripresa di piccole planetarie poichè nebulose di più grandi dimensioni possono essere riprese con le comuni tecniche di largo campo.
Lo scopo principale di ottenere l'immagine di una planetaria di piccole dimensioni, è quello di poter registrare più dettagli possibili ad una risoluzione massima, questo punto è di fondamentale interesse nel caso in cui fossimo sprovvisti d'immagini professionali ad alta risoluzione, in quanto la nostra analisi morfologica inizierebbe da ciò che abbiamo ottenuto con la nostra ripresa. Sulla base dell'esperienza accumulata nel tempo, per risuscire a risolvere dettagli di nebulose planetarie con dimensioni prossime ai 5" sono necessari almeno 2400 mm di focale, un valore ottenibile grazie all'utilizzo di lenti di barlow. E' necessario inoltre che il nostro telescopio deve essere sostenuto da una montatura precisa con un moto d'inseguimento altrettato raffinato.

Le commerciali ed economiche montature come la EQ6 possono andare bene allo scopo senza troppe pretese; tutte le riprese eseguite da noi sono state ottenute con un newton 250 mm su EQ6. In mancanza di un'autoguida l'errore periodico è il nostro maggior nemico.
Sulla base di quanto detto come dobbiamo valutare la scelta del tempo di esposizione?
Fin'ora abbiamo visto che due sono i fattori da tenere in cosiderazione: 1) il seeing; 2) la precisione della montatura. Appena inquadrato l'oggetto della nostra ripresa e valutati i due fattori elencati, decideremo l'esposizione da dare alle pose. Nel caso di planetarie piccole converrà dare tempi di esposizioni brevi di massimo 20 secondi (ma questo dipende dal seeing) in questo modo saremo in grado molto meglio congelare il seeing. Dato che con esposizioni così brevi otterremmo immagini a bassa dinamica sarà necessario eseguire tantissime pose. Con webcam modificate per ottenere un'immagine gestibile sono necessari almento 150 frame, mentre la quantità ideale è di 300 frame. Più si aumenta il tempo di esposizione meno frame saranno sufficienti. Attenzione però a non scendere troppo con i tempi in quanto frame di pochi secondi anche se sommati in gran numero saranno affetti da molto rumore. Abbiamo valutato un valore minimo di 8 secondi anche se abbiamo effettuato riprese con tempi di esposizione di 3 secondi.

Un approfondimento di questa sezione con elaborazione delle immagini ottenute non verrà trattata qui ma sono in preparazione alcuni tutorial che verranno inseriti in futuro nella categoria Contenuti.

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