by Diego Barucco

  Deep sky low cost
Luglio 2010
 

Ovvero come riprendere le nebulose planetarie con una semplice apparecchiatura

di Alberto Di Stazio

Lo scopo di questo articolo è di spiegare come ottenere buone riprese di nebulose planetarie utilizzando una telecamera planetaria (la Imaging Source DBK21AF04.AS) e software disponibile gratuitamente su Internet (Registax e Iris). In altre parole come fare deep sky low cost.
La tecnica da buoni risultati anche da posti con un forte inquinamento luminoso: le foto mostrate sono tutte state scattate da Roma (quartiere Monteverde).

 

Caratteristiche delle nebulose planetarie dal punto di vista osservativo

Le nebulose planetarie sono una classe di oggetti stranamente dimenticati dalla maggior parte degli astrofili. Negli anni, la disponibilità di CCD a grande campo, paragonabile a quello dei vecchi film fotografici, ha portato diversi astrofili a dedicarsi ad oggetti come nebulose diffuse o galassie. Nel sito astrofoto UAI ci sono 13 foto di un oggetto difficile come M33, e 2 foto di NGC2392, una delle quali dello scrivente.
Dal punto di vista osservativo, le nebulose planetarie sono oggetti piccoli di dimensione ma caratterizzati da notevole luminosità specifica: in altre parole “staccano” dal fondo cielo anche in situazioni di alto inquinamento luminoso.
Può essere utile confrontare due oggetti agli antipodi, come M33 e NGC2392

Nome
Dimensione
Magnitudine
M33
62' x 39'
5,7
NGC 2392
47" x 43"
9,9

Nonostante la magnitudine di M33 sia 5.7, chiunque abbia preso un telescopio in mano sa che NGC2392 si vede abbastanza bene all’oculare di un telescopio, mentre M33 si vede all’oculare solo in assenza di inquinamento luminoso (lo scrivente da Roma, con un C11, non è mai riuscito ad osservarla).

 

La tecnica delle riprese

La piccola dimensione e il contrasto con il fondo cielo mi hanno suggerito di applicare la tecnica delle immagini planetarie alle nebulose planetarie.
La strumentazione usata è la seguente:
Telescopio: Celestron Nexstar C11 con testa equatoriale. Diametro: 28 cm. Lunghezza focale: f/10.
Camera: Imaging Source DBK21AF04.AS. Il CCD usato è il Sony ICX098BQ, le cui caratteristiche principali sono:

  • dimensioni pixel : 5.6 micron x 5.6 micron
  • numero di pixel effettivi: 659 x 494

L’accoppiamento della camera più telescopio garantisce una risoluzione di 0.41 secondi d’arco/pixel, mentre il campo ripreso è ovviamente molto piccolo, 0.08° x 0.05°.

Quali sono i passi per le riprese?

  1. Il primo step consiste nell’allineamento polare onde garantire un corretto inseguimento. Non ho usato autoguida (in genere uso la DBK per questo scopo). E’ il fattore più critico, perché senza un buon allineamento (e una buona montatura) immagini con un tempo di posa superiore a qualche secondo verranno mosse e la tecnica sarà inutilizzabile. Inoltre un buon allineamento garantisce un accurato puntamento con il “goto”. Ovviamente se si dispone di autoguida la qualità è migliore, ma lo scopo di questo articolo è di fornire una tecnica per fare buone foto con una apparecchiatura minimale, telescopio e telecamera / con un CCD raffreddato da 5000€ sicuramente le foto vengono meglio!
  2. Una volta allineato il telescopio, il secondo step è la messa a fuoco. In genere metto a fuoco su una stella di magnitudine 3-4.
  3. Lo step successivo consiste nel posizionare il telescopio sulla nebulosa da fotografare. E’ un altro passo delicato, perché il campo è molto piccolo, e, per esperienza personale, un errore nell’allineamento polare non permette un accurato “goto” su oggetti così piccoli.
  4. Si può adesso cominciare con le riprese. Come ogni camera planetaria, vengono ripresi dei video. In genere uso tempi di posa compresi tra 5 e 13 secondi, e la durata di ciascun video è attorno ai 5 minuti.
  5. La DBK effettua riprese in formato RAW, che vengono “tradotte” in colori normali da Registax (opzione debayering).
  6. La procedura che consiglio è di fare una elaborazione rapida del filmato con Registax, mentre ancora l’oggetto è inquadrato nel telescopio. L’elaborazione consente di controllare e correggere:
    a. La messa a fuoco
    b. La bontà dell’inseguimento
    c. La bontà del tempo di posa
  7. Non bisogna scoraggiarsi se l’immagine non è perfetta. Ci sarà tempo per migliorarla.
  8. Una volta terminata la seduta al telescopio, si comincia con il computer.
  9. Il primo step è di fare una somma allineata di tutti i video con Registax.
  10. Se il risultato è positivo, effettuo un resampling (1.4-1.6). Il motivo è che le nebulose planetarie sono molto piccole, e un “ingrandimento” digitale è utile per mostrare meglio i dettagli.
  11. Poi salvo i video allineati. Con l’ultima versione di Registax si possono salvare solo le immagini allineate in formato png.
  12. Essendo le immagini state riprese senza autoguida, molte saranno mosse. Queste vengono escluse. Mediamente ne rimangono circa 1/3.
  13. A questo punto la successiva elaborazione delle immagini allineate e “pulite” viene fatta con IRIS. Questo è un programma scaricabile gratuitamente da Internet, molto potente, anche se non semplice da usare.
  14. Con IRIS effettuo prima un ulteriore allineamento.
  15. Si regolano poi i livelli per avere un fondo cielo di colore nero.
  16. L’ultimo stadio è una deconvoluzione di Richardson Lucy. Per questo è necessario avere una stellina nel campo della foto.

 

I risultati

NGC 6543

 

NGC 2392

 

NGC 6826

 

NGC 7662

 

E per finire, ho provato la tecnica anche su una nebulosa planetaria “gigante” (come dimensioni apparenti), M57. A causa del campo della DBK ho dovuto ridurre la focale del telescopio a f6.3.

 


 

 

 




Ultimo aggiornamento: Domenica, Luglio 25, 2010 11:29 PM

 

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